Seguici su:
Cerca

d.p.r. 380/2001 – art. 36 e 36-bis accertamento di conformità

Con il decreto SALVA CASA, ancor più che in precedenza, ha preso corpo il principio in merito all’accertamento di conformità, secondo il quale, l’accertamento stesso dipende dall’elemento cardine relativo all’accertamento dell’epoca di realizzazione dell’abuso;la prova dell’epoca di realizzazione spetta al proprietario, rimanendo in capo alla autorità procedente l’onere di valutazione della prova e le eventuali opposizioni e contro prova; principio codificato nella norma art. 9-bis comma 1-bis d.p.r. 380/2001; recentissima la sentenza del TAR-PUGLIA 1150/2024,
sentenza TAR PUGLIA 1110/2024
dai contenuti molto articolati, riassumibili nel concreto onere a carico della parte privata di dimostrazione con elementi probatori dell’epoca di realizzazione, a nulla rilevando le dichiarazioni e le testimonianze di parte

Subscribe
Notificami
1 Comment
Oldest
Newest Most Voted
Inline Feedbacks
View all comments
Claudio Valeri

Gentile Gianluigi,
La sentenza del TAR Puglia 1150/2024 rappresenta un significativo contributo alla giurisprudenza in materia di edilizia libera e, in particolare, all’interpretazione dell’art. 9-bis, comma 1-bis, del DPR 380/2001, introdotto dal Decreto Salva Casa.
Il Principio dell’Accertamento dell’Epoca di Realizzazione
Come evidenziato, il Decreto Salva Casa ha rafforzato il principio dell’accertamento dell’epoca di realizzazione di un abuso edilizio quale elemento cardine per la giusta sua eventuale sanatoria. Questo principio trova fondamento nell’art. 9-bis, comma 1-bis, del TU edilizia, che impone al proprietario l’onere di dimostrare l’epoca di realizzazione dell’abuso.
L’Onere Probatorio a Carico del Proprietario
La sentenza del TAR Puglia, in linea con la normativa vigente, sottolinea con chiarezza che l’onere della prova incombe sul proprietario dell’immobile. Questo significa che è il proprietario che deve elementi fornire probatori concreti e univoci per dimostrare quando l’abuso edilizio è stato realizzato.
Il Rifiuto delle Dichiarazioni e delle Testimonianze di Parte
Un punto particolarmente rilevante della sentenza è il rifiuto di attribuire valore probatorio alle mere dichiarazioni e testimonianze di parte. Il giudice amministrativo, infatti, richiede elementi oggettivi e verificabili, quali:

  • Documentazione fotografica: Immagini che attestano lo stato dei luoghi in periodi diversi.
  • Documentazione catastale: Visure catastali, planimetrie e altri documenti che possono fornire indizi sull’epoca di realizzazione.
  • Testimonianze di terzi: Deposizioni di testimoni estranei alla vicenda, possono confermare le circostanze del fatto.
  • Altre prove: Qualsiasi altro elemento utile a determinare l’epoca di realizzazione dell’abuso.

Le implicazioni pratiche
La sentenza del TAR Puglia ha importanti implicazioni per i proprietari di immobili abusivi:

  • Necessità di una prova rigorosa: Non è sufficiente una generica dichiarazione di aver realizzato l’abuso in un determinato periodo.
  • Rischio di rigetto della domanda di sanatoria: In assenza di prove concrete, la domanda di sanatoria verrà rigettata.
  • importanza della consulenza tecnica: È consigliabile affidarsi a un tecnico competente per la raccolta e la valutazione degli elementi probatori.

Conclusioni
La sentenza del TAR Puglia rappresenta un importante punto di riferimento per tutti coloro che si occupano di edilizia e urbanistica. Il principio dell’accertamento dell’epoca di realizzazione, rafforzato dal Decreto Salva Casa, impone ai proprietari di immobili abusivi un onere probatorio rigoroso. La giurisprudenza, come dimostra la sentenza in esame, è orientata a richiedere elementi oggettivi e verificabili, al fine di garantire una corretta applicazione della normativa.

Cordialmente.

Responsabile Esecutivo
Claudio Valeri

× Per ogni supporto, contattaci!